domenica 12 agosto 2012

Recensione: LADY BARBERINA (Francesca Morelli su www.mangialinri.com)

Galeotte per Jackson Lemon e Lady Barberina Clement sono le passeggiate a cavallo in Hyde Park. Lì cominciano le loro frequentazioni più assidue e sempre lì il giovane medico di origine newyorchese matura in cuore l’idea prendere in moglie la giovane donna, figlia di Lord Canterville. Le avversioni da parte degli amici e conoscenti, di Dexter e Mrs Freer - espatriati americani - in particolare, sono molteplici: la donna, molto bella ma poco intelligente, non è adatta al nuovo continente né saprà essere una buona moglie. Sordo ad ogni parere contrario, il giovane persegue nel proprio obiettivo e da lì a poco parla con Lord Canterville, e fissata la data delle nozze, mantiene fede ai costumi inglesi che richiedono un vero e proprio contratto di matrimonio. Tutto avviene secondo le previsioni: sei mesi dopo l’unione, Lady Barberina è stanca della vita e di New York, dove trascorre la maggior parte del tempo in solitaria nella grande e nuova casa intessendo un rapporto formale solo con la suocera, gentile e compiacente, ma rimpiangendo la sua amata patria. A rompere la monotonia è l’arrivo della sorella di Lady Barberina, Agatha, giovane, vivace, entusiasta della vita, che resta invece affascinata dal bel mondo americano, attirando su di sé gli sguardi di parecchi corteggiatori, del californiano Herman Longstraw in particolare, cacciatore di dote. Spetta a Lemon fare aprire gli occhi ad Agatha e riflettere nel contempo anche sul suo matrimonio…
Un perfetto quadro della società londinese e americana: i contrasti, le usanze, le opinioni di  due stili di vita a confronto. Risentendo della sua doppia origine, Henry James struttura il racconto sulla contrapposizione tra il vecchio mondo — un'Europa artisticamente raffinata ma allo stesso tempo bloccata nella propria mentalità rigida e un po’ retrograda — e il nuovo mondo — un'America schietta, sicura di sé ma intrappolata nelle convenzioni sociali puritane. Solo in secondo piano, anche in questo caso sotto forma di scontro, emergono il carattere e la psicologia dei personaggi, sfondo animato di un perfetto dipinto di un contesto ambientale. Cosicché l’impressione generale che si trae dal romanzo di James è di un ritratto dettagliato di un’epoca, di culture e di sfere sociali differenti, piuttosto che di un intreccio sentimentale. A questa concezione descrittiva, soggiace anche il suo stile di scrittura: la prosa di James è caratterizzata da lunghe frasi e digressioni, ricche di aggettivi e frasi subordinate che fanno perdere ritmo alla narrazione e vivacità alla storia che, già di per sé, non ha nulla di eccezionale. Lady Barberina ricalca alla perfezione l’attenta ricerca del tema internazionale, caro all’autore, iniziato con i romanzi prodotti tra il 1877-78 in cui esplora la contrapposizione tra le due culture in profondità, senza privilegiare l’una o l’altra, ma quasi ipotizzando una fusione dei costumi e dei valori morali delle due tradizioni nella figura di un potenziale americano europeizzato. Una speranza, per Lady Barberina e Jackson Lemon, rimasta chiusa nella mente dell’autore. Una lettura dedicata a chi ama le storie di costume e di un’epoca che fu.

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Lady Barberina